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Trieste in scioltezza su Piacenza, ora testa al derby

Articolo tratto da Tsportinthecity.it a firma Francesco Freni

(Photo credit: sito ufficiale Pallacanestro Trieste)

PALLACANESTRO TRIESTE – ASSIGECO PIACENZA 86-69

Pallacanestro Trieste: Bossi, Filloy 14, Rolli 3, Reyes 12, Deangeli 8, Ruzzier 10, Camporeale, Campogrande 9, Candussi 13, Vildera 2, Ferrero 5, Brooks 10. Allenatore: J. Christian. Assistenti: M. Carretto, F. Nanni, N. Schlitzer.

Assigeco Piacenza: Miller 11, Gallo 3, Joksimovic 3, D’Almeida 2, Veronesi 15, Querci ne, Skeens 8, Serpilli 9, Sabatini 12, Filoni 6. Allenatore: S. Salieri. Assistenti: H. A. Manzo, A. Susino.

Parziali: 24-16 / 21-19 / 20-16 / 21-18

Progressivi: 24-16 / 45-35 / 65-51 / 86-69

Arbitri: M. Vita, M. Centonza, V. Di Martino

Partita senza storia quella che vedeva opposte la Pallacanestro Trieste al completo ed in salute ad una Assigeco Piacenza incerottata e davvero troppo poco convinta per pensare di venire ad impensierire a casa sua una squadra che aveva nel mirino il secondo posto (virtuale) in classifica. L’unica incognita poteva essere il rischio di un atteggiamento distratto da parte dei biancorossi, presumibilmente già proiettati dal punto di vista mentale alla trasferta che li vedrà scendere in campo ad Udine venerdì prossimo, e dunque potenzialmente poco disposti a doversi sacrificare più di tanto per aver ragione di un team che, tutto sommato, aveva tirato per vincere al Paladozza, aveva battuto Udine ed aveva condotto fino all’ultimo minuto domenica scorsa a Forlì. Nulla di tutto ciò: partita preparata minuziosamente da parte di coach Christian, che di Piacenza ha, per sua stessa affermazione, grande rispetto. Certo, gioco ancora un po’ troppo sbilanciato sugli esterni e (come spesso accaduto) sulle conclusioni da oltre l’arco, però quando le percentuali di realizzazione ti sorreggono e sotto i tabelloni reggi brillantemente il confronto a rimbalzo, dal punto di vista offensivo hai risolto gran parte dei tuoi problemi. Un po’ di distrazione in difesa, specie sulle penetrazioni dal fondo con cui Miller banchetta due o tre volte, ma grande attenzione a non concedere tiri facili da tre, con conclusioni sempre contestate e a bassa probabilità di realizzazione (8 su 30 alla fine per la squadra di coach Salieri, che però tirava con il 15% nel primo tempo) e, soprattutto, grandissima intensità nei minuti decisivi nel terzo quarto, quando Trieste piazza il break vincente approfittando della condotta progressivamente meno lucida della squadra emiliana. 

Trieste parte a singhiozzo, con Candussi che si intestardisce a voler riprendere il suo cammino di eccellenza nel tiro dalla distanza senza però riuscirci. Giusto il tempo per lasciar sfogare la voglia emiliana e prenderne le misure, poi inizia lo show triestino dalla distanza, con la prima fuga, ancora troppo timida per potersi considerare decisiva. Il +8 dopo i primi 10 minuti lascia però intravvedere che i rapporti di forza difficilmente sarebbero stati sovvertiti in questo weekend che chiude le feste di fine anno, ma Trieste commette il solito errore di spegnere l’interruttore con vistose amnesie offensive e scarsa intensità nella propria metà campo, tali da permettere anche ad avversari che tutto sommato non ci mettono tutta la convinzione del mondo di rientrare piuttosto agevolmente. Sabatini, Veronesi e Miller, constatata la serata negativa da fuori, iniziano a penetrare ed a provare conclusioni improbabili ma efficaci dal pitturato. Sul 35 pari a metà secondo quarto, però, la squadra di Christian decide che ha concesso abbastanza e sarebbe preferibile liquidare la questione Piacenza il prima possibile per preservare energie fisiche e mentali per la sfida che potrebbe valere un campionato sotto molteplici aspetti. Piazza la seconda spallata nel punteggio con un 10-0 che, questo sì, si dimostrerà definitivo: Piacenza non sarà infatti più in grado di ridurre a meno di otto lunghezze il suo svantaggio, con Trieste che con il passare dei minuti inizia ad amministrare con grande sicurezza un risultato che non torna mai in discussione. L’infortunio di Gallo che accorcia ulteriormente le rotazioni a disposizione di coach Salieri, il quarto fallo di Sabatini e l’indolenza sempre maggiore dei due americani ospiti fanno comprendere che la voglia di reagire di Filoni e Veronesi non sarebbe stata nemmeno lontanamente sufficiente a riprendere in mano l’inerzia della partita. Oltretutto, Christian schiera alternativamente Ruzzier e Filloy, due che quando si tratta di gestire ritmi e trovare le soluzioni più adeguate per gestire il tempo sono ormai diventati una sentenza anche in questo campionato. L’entrata in campo di Camporeale e Rolli, che con faccia tosta piazza una tripla alla prima palla toccata, mette l’epitaffio su una partita mai in discussione.

Come contro Verona, anche contro Piacenza coach Christian trova protagonisti diversi nel corso dei quaranta minuti, con ben cinque giocatori in doppia cifra e nessuno (tranne Brooks -che ormai il coach considera imprescindibile- e Ruzzier) oltre i 26 minuti di impiego. Consueta doppia doppia da 12 punti e 13 rimbalzi di Justin Reyes, che però stavolta abbassa notevolmente le proprie percentuali dal campo e dalla lunetta: l’impressione è che sebbene il suo fisico gli “permetta” di giocare da quattro e da cinque, tale arma possa essere utilizzata sporadicamente come arma tattica o per motivi di emergenza, non continuativamente come alternativa ai “big men” di ruolo, perchè rende troppi centimetri agli avversari sotto canestro in spot che per lui sono davvero troppo dispendiosi per permettergli di mantenere costantemente elevata la lucidità nelle conclusioni. Certo, l’andamento monocorde della partita consente nuovamente a Christian di sperimentare quintetti talvolta improbabili, come quello, nuovamente azzardato, senza Candussi e Vildera, con Reyes da cinque a fare da pivot con quattro esterni. Soluzione sorprendente che potrà essere utilizzata per brevi periodi all’interno delle partite quando la situazione tattica (o le rotazioni degli avversari) la renderanno praticabile: in caso contrario, potrebbe risolversi in un facile banchetto per i lunghi avversari. 

Nonostante la scarsissima convinzione degli avversari emiliani che facilita il compito dei biancorossi, piace comunque l’atteggiamento a tratti arrembante di Trieste, che finalmente convince anche i tifosi più freddini presenti al Palatrieste. Continuano ad essere copiosi i tentativi da oltre l’arco, del resto ormai 40 triple a partita non sorprendono più nessuno. Ma si nota anche una decisa crescita nell’organizzazione offensiva, con giochi che più volte portano l’uomo libero al ferro oppure, con l’extrapass, lo trovano ben posizionato per il tiro dalla distanza. Ma, al di là della crescita tecnica, piace l’atteggiamento, il muso duro, la determinazione, la concentrazione, la solidità mentale. L’episodio che vede protagonista Lodo Deangeli in apertura di secondo tempo, quando viene stoppato brutalmente da Miller mentre appoggia troppo morbidamente il pallone da sotto canestro, salvo poi nell’azione difensiva successiva, rubare il pallone proprio all’americano avversario, volare in contropiede ed andare a schiacciare a due mani subendo anche il fallo è emblematico di quanto questa squadra ci tenga, sia cresciuta mentalmente, non si abbandoni mai a scoramento recriminazioni. E, soprattutto, piace alla gente, funge da vero e proprio interruttore per l’entusiasmo di un pubblico che dopo un’era geologica torna ad intonare il coro “vi vogliamo così”. Certo, il derby in rapido arrivo e la prevista migrazione di centinaia di tifosi verso il Carnera è di per sé stesso un detonatore per i decibel del tifo, ma piace pensare che la separazione di fatto fra tifosi e squadra che toccò il suo apice a fine ottobre durante e dopo la pesante debacle casalinga contro la Fortitudo possa finalmente essere relegata nel cassetto dei peggiori ricordi.

Il pubblico festeggia la squadra al quarantesimo

Dal quarantunesimo minuto, una volta aggiornata la classifica con i nuovi due punti, la testa di tutti è però rivolta alla prossima partita. Udine esce un po’ ridimensionata come ambizioni e come qualità del gioco dalla sconfitta senza attenuanti al Paladozza di sabato scorso, e viene raggiunta in classifica dai giuliani che però hanno ancora una partita da recuperare e potenzialmente affiancano Forlì al secondo posto. Ma L’APU è una bestia ferita e pertanto ancora più pericolosa, ha la volontà di vendicare la rocambolesca sconfitta subita a Trieste all’andata, ha voglia di reagire da par suo al momento di down post Bologna. Ha alle spalle un ambiente in ebollizione, un palazzetto esaurito che non aspetta altro che affrontare una curva ospiti che si preannuncia super stipata. Trieste, dal canto suo, arriva al derby forte di 10 vittorie nelle ultime 11 partite, con il morale che torna ad indirizzarsi verso l’alto e la convinzione nei propri mezzi che si solidifica incontro dopo incontro (la sconfitta contro la Fortitudo non sembra in effetti aver lasciato tossine mentali di nessun tipo), sebbene non debba illudersi che la vittoria su Piacenza faccia giurisprudenza specie perchè pensare di utilizzare contro Udine le stesse soluzioni adottate contro gli emiliani potrebbe rivelarsi un errore fatale. Gli ingredienti per una grande partita ci sono tutti, e soprattutto ora i pronostici, le opinioni, le previsioni, gli auspici, le “gufate” su entrambi i fronti non potranno che lasciar finalmente parlare il campo: il derby, a cinque giornate dalla fine della prima fase del girone Rosso, dirà molto -non tutto- sulle reali potenzialità delle due squadre in funzione obiettivo finale. Due punti che non saranno presumibilmente decisivi per decretare il calendario della fase ad orologio, ma che manderanno un preciso messaggio al campionato, alle avversarie ed al pubblico.

Intanto, per sottolineare ulteriormente l’attesa che già vibra in città, la squadra torna a scendere fra la sua gente: su iniziativa congiunta della curva e della società, martedì prossimo, dalle 18:00 alle 20:00 giocatori e staff saranno all’Antica Sartoria Napoletana in via Torino per incontrare i tifosi ed assorbirne l’energia.

Cosa ci è piaciuto: il Deangeli anche in fase offensiva, la gestione del vantaggio, il solito Filloy anti Piacenza, l’atteggiamento autoritario, l’intelligenza di Ruzzier nel gestire i ritmi, la faccia tosta di Rolli, la capacità di resettare la mente partita dopo partita, le 17 bombe segnate (43%), i 9 assist di Ruzzier sui 20 complessivi, il dominio a rimbalzo

Cosa non ci è piaciuto: l’amnesia da 2-10 in apertura di secondo quarto, la troppa leggerezza su qualche elementare appoggio da sotto “cancellato” dai lunghi avversari, le 14 palle perse, il 7 su 13 ai liberi, la testardaggine di Candussi nel volersi sbloccare da tre

Risultati

06/01/2024Flats Service Fortitudo BolognaApu Old Wild West Udine68 – 54
06/01/2024UEB Gesteco CividaleUnieuro Forlì86 – 77
07/01/2024Agribertocchi OrzinuoviHDL Nardò Basket81 – 64
07/01/2024Tezenis VeronaUmana Chiusi70 – 49
07/01/2024Pallacanestro TriesteUCC Assigeco Piacenza86 – 69
07/01/2024Sella CentoRivieraBanca Basket Rimini78 – 89

Classifica

PGVP
Flats Service Fortitudo Bologna301815383.3
Unieuro Forlì281814477.8
Pallacanestro Trieste261713476.5
Apu Old Wild West Udine261813572.2
Tezenis Verona241812666.7
UCC Assigeco Piacenza18189950.0
HDL Nardò Basket161881044.4
RivieraBanca Basket Rimini121861233.3
Sella Cento121861233.3
UEB Gesteco Cividale101851327.8
Agribertocchi Orzinuovi81841422.2
Umana Chiusi41721511.8



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