E’ la ciliegina sulla torta tanto attesa, il giocatore che sulla carta trasforma Trieste da una delle pretendenti al salto di categoria in squadra da battere. In effetti nove decimi dei componenti del roster biancorosso l’anno scorso giocavano in Serie A, con l’aggiunta di un prospetto dall’NCAA che da più parti indicano come la possibile sorpresa del campionato. Christian si ritrova così una batteria di esterni che farebbe invidia ad una buona fetta di squadre anche del “piano di sopra”: tutti, tranne forse Giovanni Vildera, possono infatti essere pericolosi da oltre l’arco, con qualche punta di eccellenza come, appunto, l’ultimo arrivato che in carriera ha spesso viaggiato oltre il 40% da tre. L’infortunio al ginocchio che aveva limitato le prestazioni di Reyes a Varese l’anno scorso deve evidentemente essere stato completamente riassorbito: il giocatore è infatti attualmente in ritiro con la nazionale di Portorico, con la quale presumibilmente disputerà i Mondiali di settembre in estremo oriente e con la quale sta giocando le amichevoli di preparazione. In ogni caso è probabile che Michael Arcieri abbia ricevuto convincenti rassicurazioni in merito, soprattutto per la limitata possibilità di sostituire il giocatore in caso di problemi fisici che dovessero metterlo fuori gioco. Reyes è un pupillo proprio del nuovo GM italo americano di Trieste, che lo ha portato come suo primo innesto a Varese un anno e mezzo fa, all’inizio dell’era Roijakkers. L’anno scorso, riconfermato, lo statunitense con passaporto portoricano è stato uno dei punti di riferimento per la squadra di Matt Brase, risultando spesso decisivo con i suoi oltre 10 punti di media.
Giocatore moderno, duttile ed utilizzabile all’occorrenza in più ruoli, da quello di guardia a sprazzi da numero 5, fa del tiro da lontano la sua arma letale, sebbene le sue doti atletiche gli permettano di chiudere al ferro i contropiede o di battere nell’uno contro uno da fermo quasi ogni avversario. In più, le cronache lo descrivono come un ragazzo dedito al lavoro, mai sopra le righe (tranne che nell’episodio che portò all’esonero di Roijakkers, in condizioni, peraltro, di estrema tensione dentro e fuori dal campo), un po’ accentratore nel gioco, sebbene questo sia proprio ciò che gli si chiede in determinati frangenti. Anche se non può certo essere definito uno specialista nello spot che da più parti viene giudicato un po’ leggero in casa triestina, quello del pitturato, la scelta che ha portato al suo ingaggio appare molto coerente con il tipo di pallacanestro che sulla carta vorrebbe proporre Jamion Christian: difesa fortissima, chiusura delle azioni nei primi 5-10 secondi di azione preferibilmente in contropiede o in transizione, oppure liberando uno degli innumerevoli tiratori da tre di cui il roster è dotato. D’altro canto, non sono molte nella categoria le squadre che possano pareggiare le qualità tecniche e fisiche del tandem Vildera-Candussi, che sebbene esiguo dal punto di vista numerico sembra dare sufficienti garanzie di rendimento e di “puntello” sotto canestro in quanto a tonnellaggio. Quella che ha portato a Reyes è una scelta coerente anche con gli intenti proclamati dalla società, che ha voluto allestire una squadra fortissima in grado di puntare decisamente già quest’anno al ritorno immediato in Serie A.
Reyes ha esperienze in G-league con i Salt Lake City Stars, franchigia associata agli Utah Jazz, nel campionato portoricano, dove tornerà al termine dell’esperienza triestina, ed anche in Italia, dove è riuscito a mantenere le medie tenute altrove in carriera. Il giocatore, se dovesse venire scelto fra i 12 che difenderanno i colori della sua nazionale ai Mondiali, sarà l’ultimo ad arrivare a Trieste, ben dopo la data del raduno (presumibilmente venerdì 18 agosto), dei primi impegni amichevoli e dei due derby di Supercoppa. Ma la sua esperienza, unita a quella di quasi tutti i componenti della squadra, gli consentirà di inserirsi in corsa senza alcun problema. Coach Christian è già arrivato, i triestini si dividono già fra Barcola, l’Ausonia ed il palazzetto, mentre tutti gli altri, Eli Brooks compreso, arriveranno a Trieste a cavallo di Ferragosto e cominceranno a prendere confidenza (o a ritrovarla, per almeno 7/10 del roster) con il parquet di via Flavia: dopo soli 4 giorni dal raduno è infatti già programmata la prima amichevole al Palatrieste.
“Justin è stato con me nelle ultime due stagioni. Assistere alla sua eccezionale crescita, sia come uomo che come giocatore di basket, è stato un vero piacere. Justin è in grado di avere un grande impatto sul gioco in entrambi i lati del campo. Il suo eccellente tiro da tre punti, la capacità di trovare la via del canestro anche dalla media e da vicino al ferro, lo rendono una minaccia costante in attacco. Il suo atletismo e la sua capacità di ricoprire quattro ruoli conferiscono alla nostra squadra ulteriore versatilità e profondità, che saranno fondamentali per le nostre prestazioni. Siamo davvero entusiasti di avere Justin in biancorosso e di dare a lui e a Savannah il nostro più caloroso benvenuto a Trieste”.
Michael Arcieri