tripladetabela

Giù dal ponte del Diavolo

(Photo credit: sito ufficiale Pallacanestro Trieste)

Articolo tratto da Tsportinthecity.it a firma Francesco Freni

Non c’è che dire: la campagna friulana (intesa come operazione militare) di sette giorni che ha portato Trieste ad affrontare in rapida sequenza le due assatanate avversarie regionali, si trasforma in una totale disfatta, fatta di strategie e tattiche errate, di esecuzioni di gran lunga al di sotto delle aspettative e delle possibilità, di una motivazione e di una convinzione di gran lunga minore rispetto a quella delle allegre brigate di triestini che ogni domenica raggiungono gli agriturismi sparsi nella campagna che circonda la splendida cittadina ducale sul Natisone. In aggiunta, come in ogni battaglia campale che si rispetti, Trieste lascia sul campo due vittime eccellenti: dopo Reyes, operato in settimana al ginocchio, potrebbe aver perso a lungo anche Michele Ruzzier, portato a braccia in spogliatoio dai compagni nel secondo tempo al Palagesteco con una caviglia fuori uso. Ma, se ad Udine l’ago del destino era virato solo a quattro secondi dal termine dopo una partita giocata sostanzialmente alla pari sebbene costellata da gravi errori tattici e tecnici, a Cividale si assiste ad una involuzione preoccupante, un regresso a quanto di peggio espresso all’inizio della stagione, con il ritorno (a tratti amplificato) degli errori e dei difetti strutturali che molto faticosamente sembravano essere stati corretti e dimenticati nell’ultimo mese. A salvarsi, in entrambi i casi, è solo ed esclusivamente il meraviglioso apporto dei tifosi triestini al seguito, che anche a Cividale hanno riempito e colorato l’intero settore ospiti a loro destinato: per 40 minuti e 4 secondi un apporto non certo ripagato da particolare riconoscenza.

Sgombriamo il tavolo da qualsiasi alibi o spiegazione razionale: l’assenza di Reyes, da sola, non può spiegare la debacle totale, la lezione di basket impartita dalla Gesteco alla Pallacanestro Trieste, ed in particolare da Stefano Pillastrini a Jamion Christian. Un atteggiamento remissivo e scoraggiato, un linguaggio del corpo che tradisce frustrazione ben al di là della prestazione mostruosa dei ducali sotto l’aspetto tecnico e sotto quello dell’intensità, con l’inerzia della partita letteralmente MAI nelle mani biancorosse, nemmeno durante il poco convinto assalto nel quarto finale: è l’atteggiamento, anche, di chi non sa che pesci pigliare, di chi è lasciato solo ad improvvisare soluzioni offensive inadeguate o subire in ogni singola azione difensiva rimanendo quasi stupito del ricorso al pick and roll (non ad un astruso schema di un oscuro santone azero: al pick and roll!) lasciando sistematicamente libero il lungo sotto canestro, oppure cadendo nella trappola dei mismatch difensivi, oppure, infine, abboccando a finte che un panciuto bancario di un campionato UISP considererebbe un oltraggio. Un approccio poco convinto e titubante che porta a sbagliare tiri aperti anche nel fugace ed illusorio tentativo di rimonta finale, che porta anche i tiratori più esperti a rinunciare alla conclusione nonostante metri di libertà, che porta a commettere errori banali quanto mortificanti a pochi centimetri da sotto il canestro quando non si arriva negli ultimi secondi dei 24 con la palla che scotta e pesa come un macigno. E’ un atteggiamento inedito in questa stagione, simile a quanto accaduto durante lo sciagurato scivolone casalingo contro la Fortitudo, ma almeno in quel caso l’avversaria era dotata di mezzi tecnici e fisici preponderanti proprio lì dove Trieste è meno attrezzata ed una spiegazione razionale poteva essere fornita. Stavolta di fronte c’è un’avversaria dotata di giovani promettenti, di un fuoriclasse argentino che ormai non può essere una sorpresa per nessuno e di un americano nuovo di gran lunga meno in forma di un Pillastrini tirato a lucido, ma dotata di una voglia, di una “garra”, di una intensità che fa della comunione con il suo meraviglioso pubblico il più grande punto di forza e che impartisce una vera “lezione di A2” alla compassata quanto presuntuosa formazione biancorossa. A Cividale sembra di veder riapparire fantasmi che speravamo di aver richiuso per sempre nel cassetto degli orrori, sensazioni che, annacquate dal tempo, parevano troppo sgradevoli per essere state realmente provate: è il capo chino, l’occhio spento, il silenzio, le braccia lungo i fianchi segno di frustrata rassegnazione che avevamo visto tale e quale, per l’ultima volta, il 7 maggio a Brindisi. Una frustrazione ed una delusione consapevole, riconosciuta onestamente a fine partita sotto la curva triestina da giocatori evidentemente mortificati, ma non per questo meno preoccupante.

Naturalmente, non è necessario rimarcare il peso dell’assenza di un giocatore come Reyes, che produce numeri difficilmente sostituibili anche dalla staffetta azzardata da Christian. Non è, però, solo una questione di numeri: il portoricano è capace, da solo, di attrarre e far collassare le difese su di sé, è capace di lanciarsi a rimbalzo decollando più in alto di chiunque altro, gioca con un’efficienza non ricreabile dal roster attuale, specie considerando che, all’occorrenza, il buon Justin è in grado di adattarsi anche a sostituire i due lunghi di ruolo allungando di fatto le rotazioni. Se però si decide di attenderlo senza ricorrere a correttivi anche temporanei, o comunque ci si limita a prendere atto della grande difficoltà a reperire materiale umano che possa in qualche modo risultare decisivo a questo punto della stagione, allora il tanto sbandierato ricompattarsi, reagendo all’accresciuta difficoltà, magari con il ricorso a soluzioni tecnico tattiche alternative escogitandole utilizzando esclusivamente i “superstiti”, deve tradursi sul campo in modo più razionale e convincente. Che non può essere, a puro titolo di esempio, lo schierare Giancarlo Ferrero in quintetto a cercare di arginare sotto canestro un Miani a cui rende centimetri e dinamicità: cosa accadrà quando a ricevere palla nel pitturato sarà un americano autoritario e verticale, con Francesco Candussi lento e rinunciatario in difesa e cocciutamente sempre lontano dal ferro in attacco, lasciato seduto in panchina per tutti e dieci i minuti finali mentre un tal Matteo Berti maramaldeggia sopra il ferro? E, ancora, se (come probabile) l’assenza di Ruzzier si protrarrà a lungo, si pensa di ricorrere all’apporto di Stefano Bossi per più dei suoi 4-5 minuti di media, spesso nel garbage time come i ragazzini delle giovanili, svilendone oltretutto l’amor proprio? Sì perchè Brooks non potrà rimanere in campo 40 minuti, e Filloy sta iniziando a mostrare incontrovertibili segni di usura alternando sprazzi di classe a irritanti forzature figlie di frustrazione e poca lucidità. Ma, come la Gesteco ha insegnato in modo evidente, non è solo una questione tecnico-tattica o una mera analisi di statistiche: è anche, e soprattutto, una questione di motivazioni e di attributi.

L’impressione, piuttosto sgradevole, è però che si consideri questa stagione ormai segnata. E’ improbabile che si pensi di effettuare ulteriori investimenti per cercare di raddrizzarla se non in prospettiva per il futuro, così come Jamion Christian, che in sala stampa post randellata sembra un pugile reduce da un KO e torna a pronunciare banalità generiche senza entrare nel merito del disastro e degli errori (anche e soprattutto suoi) commessi, finirà con ogni probabilità la stagione su una panchina che avrebbe invece bisogno, a questo punto, di una dolorosa presa atto.

Gli impegni sul campo, intanto, non lasciano tregua. Trieste dovrà affrontare le ultime tre partite della prima fase con il coltello fra i denti, cercando perlomeno di non farsi sorprendere in casa da Chiusi e Rimini dal momento che, ora, il rischio di finire quinta si fa concreto: un quinto posto che, ad oggi, imporrebbe nella fase ad orologio le trasferte a Rieti, Torino, Cantù e Trapani. 

UEB GESTECO CIVIDALE – PALLACANESTRO TRIESTE 81-66

UEB Gesteco Cividale: Marangon 7, Lamb 13, Redivo 12, Miani 12, Mastellari 5, Rota 8, Furin ne, Campani 4, Begni ne, Berti 6, Isotta, Dell’Agnello 14. Allenatore: S. Pillastrini. Assistenti: F. Vecchi, A. Zamparini.

Pallacanestro Trieste: Obljubech ne, Bossi, Filloy 15, Rolli ne, Deangeli 5, Ruzzier 2, Camporeale ne, Campogrande 7, Candussi 6, Vildera 11, Ferrero 3, Brooks 17. Allenatore: J. Christian. Assistenti: M. Carretto, F. Nanni, N. Schiltzer

Parziali: 25-13 /21-11 / 15-22 / 20-20

Progressivi: 25-13 / 46-24 / 61-46 / 81-66

Arbitri: D. Maschio, A. Perocco, A. Morassutti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *