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Francesco Freni

I top e i flop nel 2023 del basket triestino

(Foto tratte dal web. In copertina, Eli Brooks viene festeggiato dopo la tripla vincente all’ultimo secondo nel derby contro Udine del 6 novembre) Discussione aperta: come avete vissuto i 365 giorni più drammatici della storia recente della Pallacanestro Trieste? Quali sono i vostri personali momenti migliori e quali quelli peggiori? Potete lasciare il vostro commento all’interno dell’articolo oppure sotto il post di condivisione su Facebook Flop 5 5. 19 marzo, sconfitta di cinque punti in casa con Reggio Emilia. E’ il risultato che, di fatto, condannerà Trieste un mese e mezzo più tardi 4. 20 aprile, Corey Davis positivo alla cocaina. Il primo tassello del domino a cadere, l’ultimo cadrà il 7 maggio 3. L’ignobile farsa della penalizzazione di Varese, prima di 16 punti, poi ridotta ad 11, appena sufficiente a permettergli di salvarsi 2. 22 ottobre, la sconfitta in casa con la Fortitudo e la sonora contestazione che ne segue 1. 7 maggio, la trasferta a Brindisi ed il quarto quarto di Brescia a Scafati. Si torna in A2 Top 5 5. 5 febbraio, il primo tempo di Emanuel Terry contro Milano. Sicuri che è la squadra di Messina a giocare in Eurolega? 4. 3 aprile, la vittoria in casa 80-78 contro la Virtus. Dai che ci salviamo 3. 22 gennaio, vittoria al Taliercio 71-82 contro la Reyer. La vittoria che dona maggiore ottimismo in tutta la stagione 2. 18 gennaio, CSG acquisisce il 90% delle quote della Pallacanestro Trieste. Inizia l’era americana 1. 6 novembre, vittoria con tripla di tabella all’ultimo secondo contro Udine. Partita orrenda, ma vincere un derby all’ultimo secondo con un tiro sbagliato è il sogno proibito di ogni tifoso PS: 1. bis: 7 marzo, nasce Tripla de Tabela…..

2023 messo alle spalle con una vittoria, ma quanta fatica contro Verona!

La Pallacanestro Trieste si impone nel big match della giornata nel Girone Rosso, facendo leva soprattutto sull’esperienza dei suoi uomini migliori nell’ultimo quarto PALLACANESTRO TRIESTE – TEZENIS VERONA 88-85 Pallacanestro Trieste: Bossi 5, Filloy 10, Rolli ne, Reyes 12, Deangeli 7, Ruzzier 15, Camporeale ne, Campogrande 3, Candussi 10, Vildera 6, Ferrero 0, Brooks 20. Allenatore: J. Christian. Assistenti: M. Carretto, F. Nanni, N. Schlitzer. Tezenis Verona: Stefanelli 12, Morati ne, Gazzotti 7, Gaijc 0, Devoe III 22, Esposito 16, Murphy 13, Penna 5, Udom 10, Bartoli 0. Allenatore: A. Ramagli. Assistenti: A. Bonacina, S. Gallea. Parziali: 23-23 / 20-25 / 20-20 / 25-17 Progressivi: 23-23 / 43-48 / 63-68 / 88-85 Arbitri: S. Nuara, A. Costa, F. Bonotto Articolo tratto da Tsportinthecity.it a firma Francesco Freni Partita dal rendimento ondivago per entrambe le squadre, questo scontro fra retrocesse che per entrambe costituiva una sorta di crocevia in chiave classifica. Inizio di marca biancorossa, con ottime percentuali al tiro e difesa blindata soprattutto sul perimetro, poi la mossa a sorpresa di Ramagli che aggiunge alla (prevedibile e prevista) zona una difesa aggressiva a tutto campo che porta notevole fatturato in termine di palle perse triestine. Secondo quarto nel quale l’inerzia viene riconquistata dagli uomini di Christian, che però, sul massimo vantaggio di +10, fa sedere Reyes gravato da due falli e si affida ad un inedito quintetto con due lunghi in campo: immediato contro break scaligero e corsia di sorpasso imboccata con decisione dagli ospiti che approfittano della dinamicità dirompente di Murphy ed Esposito che banchettano allegramente nel pitturato, dove Trieste non si raccapezza più concedendo a ripetizione attacchi al ferro e conclusioni ad altissima percentuale. Non che in attacco le cose vadano meglio: i biancorossi sembrano impacciati e poco pazienti, perdono la bellezza di 10 palloni, in più di un’occasione il portatore di palla si trova isolato e raddoppiato se non triplicato, spesso Trieste non arriva nemmeno al tiro, e comunque cala vistosamente le sue percentuali, con un numero di tiri liberi sbagliati che è quasi impossibile da commentare. I biancorossi rimangono a galla in entrambi i quarti grazie a canestri arrivati all’ultimo secondo (prima Vildera su tap in, poi una tripla di Ruzzier), ma il secondo tempo inizia in modalità horror sulla falsariga del caos visto nel primo tempo. Verona capisce che è il momento di affondare il colpo, raddoppia gli sforzi e l’aggressività in difesa, si affida al talento di Murphy sotto canestro e Devoe dall’arco e scava un gap di 12 punti con l’inerzia totalmente nelle sue mani ed il pubblico che inizia ad indispettirsi. Mentre Christian continua a ruotare velocemente i suoi uomini, Ramagli non può farlo fino in fondo, di conseguenza la lucidità dei suoi comincia improvvisamente a scricchiolare: i biancorossi prendono coraggio con un paio di conclusioni di Brooks, Ruzzier e Reyes, e soprattutto iniziano a difendere come assatanati, aumentando a dismisura la velocità del gioco anche perchè non hanno alternative. L’errore clamoroso di Verona, nel quarto decisivo, è accettare il cambio di ritmo, un ritmo che non è nelle sue corde e soprattutto è un suicidio quando hai solo il compito di amministrare un vantaggio importante e ti trovi contro guardie come Eli Brooks che fanno della transizione offensiva il loro territorio di caccia. Il gap viene velocemente riassorbito da Trieste, e la partita, per 6-7 minuti, si trasforma in una corrida giocata punto a punto, con nessuna delle due squadre capace di piazzare la fiammata decisiva. Ma a risolverla, quando i palloni cominciano a scottare, non possono che essere i giocatori più esperti, quelli che questo genere di finali li hanno vissuti decine di volte in carriera. Ruzzier illumina la regia, Filloy subisce fallo per due volte sul tiro da tre segnando 5 dei 6 tiri liberi che gli vengono concessi. Vildera, che torna quello nuova versione dopo la pausa a Bologna, conquista rimbalzi in attacco che valgono platino, Reyes semina il panico nel pitturato, tutti i rimbalzi in difesa sono preda di un giocatore in canottiera rossa. Verona non trova più il modo di attaccare il ferro e deve affidarsi esclusivamente a conclusioni da lontano, che entrano più grazie al talento infinito di Devoe che per il modo in cui vengono costruite, ma alla lunga anche questi tiri finiscono di entrare. I due possessi di vantaggio con i quali Trieste entra negli ultimi due minuti vengono gestiti con intelligenza senza che Verona dia mai l’impressione di poter effettivamente ribaltare ancora una volta l’inerzia ed il punteggio, con i due punti in palio rimangono (meritatamente) in Via Flavia. E’ una vittoria nella quale Christian ottiene molto dal collettivo senza doversi necessariamente affidare al grande protagonista di turno come avvenuto in passato. Brooks, Candussi e Bossi nel primo tempo, un altalenante Deangeli (che si danna in difesa e trova un paio di conclusioni apprezzabili sebbene alternate a qualche ingenuità di troppo), Ruzzier, Filloy, ancora Brooks, Reyes ed un muscolare Vildera a rimbalzo nel secondo permettono prima di rimanere in linea di galleggiamento evitando di sbandare definitivamente nel momento di massimo sforzo scaligero, poi di ricucire in brevissimo tempo il break ed infine di gestire con pazienza ed esperienza l’esiguo vantaggio conquistato nel finale. Sono in effetti ben cinque i giocatori triestini andati in doppia cifra, ma non è solo nel bottino di punti realizzati che va analizzata questa vittoria, mai come contro Verona maturata grazie alla somma di piccoli particolari, ad esempio nell’aver saputo approfittare degli errori tecnici e di gestione della partita commessi dagli avversari. Alla fine, in sala stampa, Ramagli ne individuerà ben 9, elencandone qualcuno e facendone coloritamente intendere qualcun altro, senza chiarire se derivino da suoi errori di valutazione o da una cattiva esecuzione sul campo da parte dei suoi giocatori del piano partita, anche se tutto sommato il particolare non ha eccessiva importanza, se non quella di dimostrare come anche ad altre latitudini la conduzione tecnica è ben lungi dall’essere infallibile.  Come contro Udine (ma con una prestazione decisamente migliore, sebbene ancora costellata da innumerevoli angoli da smussare) la squadra di