Reyes è Spider Man, anche Gara 2 parla triestino
Manca l’ultimo passo. Solo uno, il più difficile, il più inaspettato, il più esaltante. Trieste si conquista con pieno merito due match point
Manca l’ultimo passo. Solo uno, il più difficile, il più inaspettato, il più esaltante. Trieste si conquista con pieno merito due match point
Da underdog a favorita. La metamorfosi di Trieste è compiuta nell’inferno del Paladesio. La serie è sullo 0-1
Superato di slancio davanti a 6000 persone anche l’ostacolo semifinale, ora Trieste attende Udine o Cantù
Trieste si impone nettamente anche nella seconda partita a Forlì, si porta sul 2-0 e si procura due match point da giocare a casa sua
Ribaltato il fattore campo ed avversari lasciati a 49 punti in casa. Trieste domina Gara1 e prosegue il percorso netto nei playoff
Trieste vince anche una Gara3 brutta e tesa, ma che vale l’ingresso in semifinale e ben 9 giorni per rifiatare
La Pallacanestro Trieste sbanca per la seconda volta in due giorni il Pala Gianni Asti e si procura due match point da giocare a Valmaura
Una Trieste perfetta nei momenti decisivi si ritrova in difesa e fa le scelte giuste in attacco quando conta. Ora può chiudere la serie in casa
(Photo Credit: Sito Ufficiale Pallacanestro Trieste) Articolo tratto da Tsportinthecity.it a firma Francesco Freni PALLACANESTRO TRIESTE – URANIA MILANO 84-86 Progressivi: 22-22 / 43-43 / 65-65 / 84-86 Parziali: 22-22 / 21-21 / 22-22 / 19-21 Pallacanestro Trieste:Bossi 15, Rolli ne, Reyes 15, Deangeli 12, Pieri ne, Ruzzier 18, Camporeale ne, Campogrande 0, Candussi 6, Ferrero 4, Menalo 6, Brooks 8 Allenatore: J. Christian. Assistenti: M. Carretto, F. Nanni, N. Schlitzer. Urania Milano: Potts 15, Piunti 2, Amato 11, Lupusor 10, Montano 15, Landi 14, Bonacini 2, Beverly 11, Severini 6, Cavallero ne Allenatore: D. Villa Assistenti: C. Riva, N. Locati. Parziali: 27-9 /35-8 / 19-17 / 22-23 Progressivi: 27-9 / 62-17 / 81-34 / 103-57 Trieste conferma per l’ennesima volta il secondo pericoloso trend stagionale: oltre a non aver mai vinto su campi che contano, ha perso anche quasi in ogni occasione nella quale si è trovata a gestire finali equilibrati punto a punto, sbagliando i possessi decisivi o non riuscendo a disegnare (e/o ad eseguire) ultimi possessi sensati. Contro l’Urania, però (tredici mesi fa era un’altra Milano ad imporsi al Palatrieste, fa un certo effetto ricordarlo) non sono solo le ultime concitate fasi di gioco a determinare il risultato, ma il come ci si è arrivati. In una partita estremamente equilibrata, con i primi tre quarti finiti in totale pareggio, Trieste si era ritrovata sul +6 ad una manciata di minuti dal termine, con l’inerzia in mano ed il palazzetto infiammato. Nel breve volgere del fischio che sancisce l’uscita per falli di Michele Ruzzier, fin lì anima e motore dei suoi, e dei successivi due minuti, i biancorossi incassano un parziale tramortente che ribalta il punteggio, difendendo con cervellotici cambi che portano lunghi lenti a cercare di fermare il mercurio vivo che caratterizza le gesta di Montano, Amato e Potts, subisce un paio di triple ben eseguite ma troppo facilmente concesse, e sbagliano tutto, ma proprio tutto, in attacco, perdendo totalmente la lucidità ed affidandosi ad iniziative personali fuori ritmo e fori logica che non possono che finire con palle perse a ripetizione, tiri sghembi, palloni consegnati nelle mani degli avversari. Ed anche commettendo errori da non commettere, come falli tecnici evitabili da un giocatore esperto come Ruzzier soprattutto in un finale punto a punto. Alla fine sono tre i giocatori usciti per cinque falli, segno certo di fiscalità di arbitri che applicano un metro ondivago, ma anche di scelte inevitabili quando i mismatch non lasciano altre soluzioni per fermare gli avversari. L’assenza di Vildera a Filloy non può stavolta essere presa come una spiegazione plausibile. Brooks, pur evidentemente attardato di condizione e schierato solo perché ritenuto indispensabile, disputa un buon secondo tempo senza mai uscire dopo il suo esordio nel match al 23′ minuto. Gli equilibri riassestati con il rientro di Reyes, la presenza di un Menalo ancora avulso dai peraltro rudimentali meccanismi offensivi ma sufficientemente abile dal punto di vista tecnico per dare una mano “in proprio” sui due lati del campo, e la necessità impellente di incamerare due punti che avrebbero permesso di respirare per un paio di settimane prima dell’inizio dei playoff, avrebbero dovuto essere sufficienti per superare l’Urania in casa, un’Urania che è una buona squadra, ben costruita ed al completo, leggera di testa ma reduce da tre sconfitte consecutive di cui un paio decisamente pesanti, e dotata di lunghi che il pur numericamente menomato reparto triestino avrebbe avuto comunque la possibilità di controllare. Eppure, i cervellotici cambi difensivi che portano Candussi a difendere su Montano (di cui ha difficoltà a prendere anche la targa), Menalo su Amato, Bossi su Landi si traducono in uno contro uno sempre perdenti, oltretutto attirando i rimbalzisti triestini troppo lontano da canestro concedendo troppe doppie chance ad avversari che ne approfittano in modo esiziale. Per contro, in attacco Trieste incappa nell’ennesima giornata con percentuali inguardabili dalla distanza, tira un po’ meglio da due ma costruisce troppo poco, generando un po’ di fatturato da un paio di pick and roll, due o tre transizioni, qualche penetrazione partendo dalla punta da parte di Ruzzier e Bossi, che generano vantaggio per l’attacco al ferro o lo scarico al compagno libero. Per il resto, ed anzi per la maggior parte dei quaranta minuti, solo iniziative isolate, conclusioni fortunose, tiri fuori ritmo o fuori equilibrio. Certo, c’è lo zampino di una difesa milanese aggressiva e ben organizzata, ma derivando ormai da consuetudine consolidata, tale mood offensivo è più sacco della preparazione tecnico tattica della partita da parte del coach che dell’abilità degli avversari di portarla su tali binari. Coach che talvolta schiera contro un quintetto che conta su Beverly, Landi o Lupsor cinque esterni con Menalo, che anche se viene spacciato da 4 è in tutto e per tutto un’ala. Era una partita che, a parte il risultato, sarebbe stata importante anche per valutare i progressi sul percorso che dovrebbe portare la squadra al massimo della forma fisica e dell’efficienza tecnico tattica fra un paio di settimane, consolidando quanto di buono visto contro Vigevano ed a tratti contro Trapani. La verità è che tutto sommato Trieste disputa contro l’Urania una partita onesta, costellata di errori ma sufficientemente intensa, con la voglia di vincere e tratti di basket ben giocato. Il che, avendola persa con pieno merito dell’avversaria, è un segnale non particolarmente rassicurante in proiezione futura. In tal senso fa quasi tenerezza chi continua a far calcoli sul modo di evitare Trapani, come se Torino, Rieti, Forlì, Udine o Cantù, o qualunque altra squadra troveranno sulla loro strada, non siano oggi per i biancorossi un avversario altrettanto temibile, se non inaffrontabile. Ciò nonostante, conservare il quinto posto sarebbe un obiettivo secondario certo, ma indispensabile per salvare almeno la faccia, e per raggiungerlo ora ci sono veramente pochi calcoli da fare: rimane solo da vincere la partita a Rieti, fresca conquistatrice del Carnera. In caso contrario, Trieste sarebbe esposta ai risultati dagli altri campi, aspetto che, dati i precedenti, non manca di generare brividi. I biancorossi, in caso di vittoria, sarebbero sicuramente quinti, in
Trieste soccombe in terra siciliana dopo un primo tempo equilibrato cedendo di schianto nel terzo quarto, ma tenendo botta nel finale