Segni di ripresa della Pallacanestro Trieste in quel di Desio, anche se è pur sempre una sconfitta
Quanto è difficile tenere la barra dell’equilibrio
Delle volte mi stupisco… anzi no, non mi stupisco per niente, di come i tifosi “al chilo” facciano fatica a non portare un giudizio a sentenza. E’ chiaro che coach Christian oggi come oggi non è solo il principale responsabile della stagione negativa della Pallacanestro Trieste, ma è anche probabilmente il suggeritore di Schettino sulla “Concordia”, il responsabile della torre di controllo di Ustica, e chi ne ha più ne metta. Spiegatemi voi come si può mettere in croce un allenatore che: si è giocato la partita punto a punto con il roster più forte della A2 (insieme a Trapani), fuori casa, senza uno straniero come Justin Reyes che porta in dote 18.5 punti a partita e 10.3 rimbalzi. Un allenatore che limita l’iradiddio avversario (Hickey ndr.), tenendolo a 6 punti, visto che gli ultimi due sono stati realizzati in entrata all’ultimo secondo; un allenatore che aggiusta fra primo e secondo tempo la difesa Solomon Young. Non solo, la versione offensiva della sua squadra è stata dinamica, ha creato tiri eccellenti, grazie alla regia di Ruzzier ma anche grazie a elementi sempre in movimento e pronti ad attaccare il canestro, creando vantaggi dopo la prima linea; un timoniere che ha asciugato le rotazioni per mantenere alta la qualità della pallacanestro espressa, sacrificando al “sacro altare” della partita tre palle perse di un Ruzzier esausto. Il parere su coach Christian del sottoscritto l’ho palesato senza troppe sfumature o paraventi, farlo diventare un giudizio assoluto è pura disonestà intellettuale.
Coperta corta
L’avevo scritto a chiare lettere nelle “chiavi” del prepartita, Trieste aveva una possibilità di vincere se alzava i ritmi, in quanto la difesa canturina non è sempre irreprensibile. Ha funzionato per buona parte del match, il problema risiede in una coperta cortissima per i biancorossi: Reyes fuori, Campogrande fisicamente con acciacchi, Bossi e Ferrero in difficoltà da inizio stagione, Candussi ondivago. I 5 “moschettieri” restanti hanno eseguito con letture giuste e qualità, pagando ovviamente in difesa. La difesa, vero che Cantù ha segnato 96 punti, è anche vero che Moraschini ha segnato canestri pazzeschi, Baldi Rossi ha tirato sulla testa del difensore e i tiri aperti sono stati concessi a Bucarelli, uomo esiziale ma con un problema alla caviglia; anche qui non vedo macroscopici errori tattici. Ecco, piuttosto chiediamoci perché a suo tempo non abbiamo portato a casa Moraschini…
Quale era l’obiettivo pre-Cantù?
Con un quinto posto semi-blindato, l’obiettivo prima della sfida di Desio era quello di ritrovare la squadra. E’ sicuro che una sconfitta non sarà mai un ricostituente, ma ci sono perlomeno elementi da cui partire. Pensare di ribaltare il trend negativo delle ultime settimane in 40 minuti a casa della seconda della classe nell’altro girone, sarebbe stato utopistico, meglio costruire con raziocinio e intelligenza un percorso fisico/atletico e tecnico/tattico per arrivare calibrati ai playoff. Ora, per la sfida con Agrigento, lo step successivo diventa la vittoria, magari anche comoda, dimostrando di essere nuovamente in controllo del mezzo. Pur che non si ometta un assunto ormai chiaro a tutti: un rinforzo non sarebbe utile, sarebbe FONDAMENTALE!
Raffaele Baldini