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A pugni Chiusi

Articolo tratto da Tsportinthecity.it a firma Francesco Freni

PALLACANESTRO TRIESTE – UMANA CHIUSI 98-90

Pallacanestro Trieste: Obljubech, Bossi 13, Filloy 9, Rolli, Deangeli 18, Ruzzier ne, Camporeale ne, Campogrande 3, Candussi 14, Vildera 12, Ferrero 6, Brooks 23. Allenatore: J. Christian. Assistenti: M. Carretto, F. Nanni, N. Schlitzer.

Umana Chiusi: Tilghmann 13, Ceron 5, Dellosto 17, Visintin 15, Chapelli 3, Stefanini 7, Bozzetto 2, Jerkovic 14, Raffaelli 8, Jonats, Possamai 6. Allenatore: G. Bassi. Assistenti: N. Zanco, L. Civinini.

Parziali: 20-24 /28-14 / 25-27 / 25-25

Progressivi: 20-24 / 48-38 / 73-65 / 98-90

Arbitri: E. Boscolo Nale, N. Bertuccioli, N. Pellicani

Lodo Deangeli (Photo Credit: Sito Ufficiale Pallacanestro Trieste)

Dopo un avvio di partita che lancia tetri presagi, con una Trieste molto simile alla pistola inceppata esibitasi a Cividale, che sembra soccombere sotto i colpi di una squadra ospite ispirata ed aggressiva finendo sotto addirittura 9-22, la squadra biancorossa si ritrova, riprende coraggio e rimette a posto, se non altro la mira: limita i danni nel primo quarto ed esce alla distanza, mettendo velocemente fra sé e gli avversari un distacco mai realmente rassicurante ma comunque sufficiente a portare a casa la vittoria senza correre particolari rischi. 

Del resto, quella che non più di due settimane fa veniva attesa come una pura formalità, due punti che in molti da tempo aggiungevano mentalmente alla classifica senza neanche considerare l’ipotesi di un risultato diverso dalla vittoria, si era improvvisamente ed inopinatamente trasformata in un rischio reale, con il fardello mentale di due sconfitte consecutive in altrettanti derby, una prestazione agghiacciante nell’ultima partita da metabolizzare e cancellare in fretta, e soprattutto due assenze pesantissime cui porre tecnicamente rimedio. Chiusi arrivava a Trieste senza nulla da perdere, per disputare, certo, una partita per lei fondamentale per poter continuare a sperare in una salvezza di turno in turno più difficile, ma con la mente leggera di chi sa di partire sfavorito e quindi getta sul parquet tutto quello che ha. Però Chiusi non è Cividale, perlomeno non la Cividale ammirata nostro malgrado nel black Friday della scorsa settimana: regge qualche minuto, vola sulle ali dell’entusiasmo, approfitta delle amnesie difensive di un quintetto biancorosso in stato confusionale affondando come una lama nel burro soprattutto nel pitturato, dove Dellosto, Jerkovic e Possamai fanno la voce grossa anche a rimbalzo e si prendono gioco delle contromisure al pick and roll ancora troppo approssimative. E soprattutto difende, come prevedibile, con una zona eseguita discretamente, in grado di togliere lucidità ed organizzazione alla squadra di Christian.

Poi, sul -13 e con il pubblico che inizia sonoramente a spazientirsi, Eli Brooks decide di mettersi in proprio ed inizia a pungere da ogni posizione. Ariel Filloy, che pecca ancora di forzature ma è dotato di esperienza ed attributi in abbondanza, inizia ad innescare i compagni, specie un sempre più ispirato Giovanni Vildera. Stefano Bossi e Lodo Deangeli trovano la loro dimensione contro avversari abbondantemente alla loro portata e ne approfittano banchettando in abbondanza sia da sotto che da fuori (sia ben chiaro, è un osservazione da leggere in positivo: per giocare in A2, lo abbiamo sempre detto, servono anche -talvolta soprattutto- giocatori da A2). E’ sufficiente alzare leggermente la concentrazione in difesa e la mostruosa percentuale toscana di realizzazione dei primi 7 minuti crolla in modo verticale. Trieste raggiunge Chiusi sul 35 pari, poi mette la freccia mantenendo alti i giri del motore ed arriva in doppia cifra di vantaggio, gap che, punto più punto meno, manterrà fino alla fine grazie alla sequenza di triple nel terzo quarto ed un’oculata gestione dei ritmi nell’ultima frazione.

Alla fine arrivano i due punti previsti e pronosticati, grazie soprattutto alla vena offensiva ritrovata (61% da due e 44 % da tre con 16 triple), ma alla sirena finale c’è la sensazione che, tutto sommato, ci si debba accontentare di questo, il che d’altro canto non è pochissimo. C’è sicuramente anche qualcosa da salvare, a partire dalla distribuzione delle responsabilità: 5 su 8 uomini in doppia cifra, tutti i senior schierati andati a referto. L’assenza di Justin Reyes costringe il pacchetto degli italiani ad una staffetta per cercare di produrre un’efficienza offensiva e difensiva che perlomeno si avvicini a quella del portoricano, e questo si traduce inevitabilmente in una crescita, che per alcuni è evidente, specie in partite tecnicamente abbordabili come questa: Lodo Deangeli e Stefano Bossi (che fa piacere rivedere in campo per ben 29 minuti) si rivelano fondamentali, così come rassicurano le due bombe infilate da Ferrero. Anche se, poi, le castagne dal fuoco le toglie invariabilmente un Eli Brooks di partita in partita più leader, più autoritario sui due lati del campo, più a suo agio in questa pallacanestro così lontana da quella della sua formazione cestistica. Come nota a margine, salviamo con piacere in questo poco entusiasmante mercoledì sera al Palatrieste la prestazione da protagonisti di ben quattro triestini, che realizzano complessivamente 63 punti (31 i due già citati in biancorosso, 32 Dellosto e Visintin).

Però, permangono alcuni spigoli ancora abbondantemente da smussare, specie nel backcourt: troppo elementari gli attacchi al ferro concessi senza resistenza apparente, quasi passivamente, in alcuni casi senza nemmeno alzare le braccia; troppo pigro il rientro quando si subiscono contropiede o transizione. 90 punti incassati in casa dall’ultima in classifica è un dato che non può che far riflettere, ma anche preoccupare. Stavolta la pioggia di triple -come spesso succede soprattutto in casa quando si tira con quelle percentuali- si rivela il fattore vincente, ma c’è ancora troppa dipendenza dal tiro dalla distanza (sono 36 le conclusioni tentate da oltre l’arco, spesso inutilmente forzate). Genera preoccupazione anche l’ennesimo approccio molle alla partita, che stavolta non si rivela letale soprattutto per l’incolmabile differenza di tasso tecnico fra le due formazioni: ma cosa succederà quando si partirà ad handicap nell’ennesimo scontro diretto? A partire dal 4 febbraio e fino al termine della seconda fase ce ne saranno almeno altri 4: dopo l’avvenuta riconquista del quarto posto, Trieste dovrà affrontare in trasferta Forlì nell’ultima giornata del Girone Rosso e, se manterrà questa posizione, Trapani, Cantù e Torino nella fase ad orologio. Appare evidente che finire sotto di 13-15 punti già nel primo quarto potrebbe segnare definitivamente l’andamento delle partite. Quanta responsabilità ha l'”architetto” come lo definisce uno striscione esposto dalla curva al quarantesimo, con la vittoria peraltro già in cassaforte? Quanto peso hanno le metodologie di allenamento sull’approccio agli incontri? Quanto costa uno studio delle avversarie (ormai tra l’altro tutte molto ben conosciute) che -alla luce degli errori sempre uguali commessi- sembra perlomeno approssimativa? E’ tutta una questione di bad execution o il problema sta a monte? La verità probabilmente risiede da qualche parte fra il campo e la panchina. Panchina che peraltro non pare essere messa minimamente in discussione, così come non sembra che la società sia attivamente alla ricerca di rinforzi, o sostituti, o almeno puntelli temporanei fino al rientro di Reyes. Si va avanti così, l’obiettivo e continuare sulla strada della crescita del roster attualmente a disposizione.

A proposito di scontri diretti, non ne sono previsti molti negli ultimi due turni di prima fase: domenica prossima Udine ospiterà Forlì, mentre nell’ultimo turno Verona giocherà in casa con la Fortitudo dopo averla battuta all’andata al Paladozza. Forlì e Rimini saranno gli arbitri della sfida a distanza fra Trieste ed Udine per il terzo posto: entrambe le squadre affronteranno infatti le due regionali a campi invertiti: Forlì al Carnera ed in casa con Trieste, Rimini in via Flavia ed in casa con l’APU. Ora tutti sono alla rincorsa del loro obiettivo, mai come in questa fase nessun risultato può essere dato per scontato e previsioni sul calendario della fase ad orologio si riducono, oggi, ad una semplice scommessa. La squadra di Christian, però, se vorrà evitare guai, dovrà riprendere a convincere e soprattutto convincersi dei propri mezzi, conquistando possibilmente tutti e quattro i punti ancora a disposizione. Ma sarà necessaria una versione biancorossa decisamente diversa.

La classifica aggiornata dopo 20 partite


PGVP
Flats Service Fortitudo Bologna322016480.0
Unieuro Forlì322016480.0
Apu Old Wild West Udine302015575.0
Pallacanestro Trieste282014670.0
Tezenis Verona262013765.0
UCC Assigeco Piacenza182091145.0
Sella Cento162081240.0
HDL Nardò Basket162081240.0
UEB Gesteco Cividale142071335.0
RivieraBanca Basket Rimini142071335.0
Agribertocchi Orzinuovi82041620.0
Umana Chiusi62031715.0

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