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Upgrade Trieste: battuta Treviso in una partita vera

PALLACANESTRO TRIESTE – NUTRIBULLET TREVISO: 91-84

Nutribullet Treviso: Bowman 18, Harrison (k)13, Torresani 4, Mascolo 10, Mazzola 7, Mezzanotte, Olisevicius 13, Paulicap 9, Macura 10, Spinazzè, Muarem, De Marchi.

Allenatore: Francesco Vitucci. Assistenti: Alberto Morea, Mattia Consoli.

Pallacanestro Trieste: Ross 8, Uthoff 18, Brown 17, Ruzzier 2, Brooks 10, Deangeli (k) 3, Johnson 2, Reyes n.e., Valentine 12, Bossi, Candussi 19, Campogrande.

Allenatore: J. Christian. Assistenti: F. Taccetti, F. Nanni, N. Schlitzer.

Progressivi: 29-22 / 52-40 // 64-57 / 91-84

Parziali: 29-22 / 23-18 // 12-17 / 27-27

Si alza l’asticella, non cambia il risultato: la Pallacanestro Trieste, nella gremitissima e surriscaldata palestra di Monfalcone fa sua una partita intensa, nella quale, soprattutto alla fine, nessuna delle due contendenti era disposta a lasciar vincere facilmente l’avversaria. Con i migliori quintetti in campo nel finale, e Treviso al massimo sforzo nel tentativo di recupero nel punteggio che l’ha sempre vista rincorrere con in cattedra Dangelo Harrison, Ky Bowman e Osvaldas Olisevicius (l’imprevedibile JP Macura, più a corto di preparazione, aveva invece esaurito la sua vena nel primo tempo), Trieste dimostra di avere gli uomini giusti per dominare situazioni in cui serve personalità e sangue freddo, mostrando anche una già più che discreta organizzazione e la pazienza nel costruire le azioni con circolazione di palla precisa e razionale, riuscendo ad accumulare il vantaggio che le permette di controllare in tranquillità l’ultimo minuto. Quando poi hai in campo professori di pallacanestro come Markel Brown, ogni tiro piedi a terra diventa una sentenza, quando hai certezze super affidabili in più ruoli come Jeff Brooks sai che il margine di errore è ridotto al minimo, quando puoi contare su elementi dotati della giusta ignoranza cestistica come Uthoff, giocatore totalmente privo di timidezza, sai di poter aggiungere pericolosità e preoccupazione per la difesa avversaria. Trieste, oggi, pur con rotazioni più limitate rispetto a Castelfranco per l’assenza precauzionale di Justin Reyes (inutile rischiarlo, così a corto di condizione, in una situazione ambientale al limite della sicurezza) è brava nell’adattarsi ad una avversaria più completa e temibile di una Vanoli Cremona ancora piuttosto indietro nel suo percorso pre season, oltretutto forte di 6 importanti riconferme, ache se priva dell’ultimo arrivato Justin Alston, che avrebbe decisamente dato più peso nel pitturato al quintetto di Vitucci.

Rispetto alla prima uscita stagionale, la squadra di Jamion Christian mostra alcune conferme, qualche novità importante ed alcuni apparenti passi indietro. La costante è sicuramente rappresentata dall’affidabilità di Markel Brown e Jeffrey Brooks, due giocatori che per esperienza e qualità, oltre che per capacità di svolgere più compiti in più ruoli, è facile prevedere decisivi in ogni singola partita. La guardia si dimostra nuovamente un gran rimbalzista (salta da fermo fin sopra il ferro a catturare palloni vaganti), può portare palla o spingere i contropiede. E poi da oltre l’arco, marcato o no, è una sentenza ed ha un gran senso della posizione sia in attacco che in difesa ma anche capacità di lettura dei movimenti dei compagni, mostrandosi capace di metterli in ritmo. Brooks, dal canto suo, si sta adattando al ruolo di “chioccia”, un leader affidabile, rimbalzista e lottatore (se c’è da sbucciarsi le ginocchia sul parquet in una amichevole di inizio settembre, non c’è problema), può difendere in modo assolutamente efficace sui lunghi ma anche sugli esterni: sembra un giocatore restituito alla pallacanestro italiana, anche per la gioia di impegnarsi che trasmette con il linguaggio del corpo oltre che a parole, rispetto al ruolo di complemento che gli era stato assegnato fino a qualche mese fa. Una conferma con upgrade arriva anche da Jarrod Uthoff, cecchino micidiale nel primo tempo con una serie clamorosa da oltre l’arco e tiri scoccati con una velocità desueta a queste latitudini: fra la ricezione del pallone e la frustata che lo scaglia verso il canestro passa solo qualche decimo di secondo, il che lo rende difficilmente contenibile specie se esce da un blocco con qualche istante di vantaggio. Anche Uthoff si dimostra importante nel catturare rimbalzi e, nel concitato finale, dimostra completezza del bagaglio tecnico andando a concludere con successo in Eurostep a difesa praticamente schierata. Altra conferma arriva dal dominio di squadra a rimbalzo in difesa, sebbene il coach individui nei pochi rimbalzi offensivi (comunque 10 alla fine) una lacuna della prestazione, ritenendo che la sua squadra possa migliorare molto anche in questa voce statistica. Altra conferma, stavolta non particolarmente positiva, arriva dalla condizione ancora piuttosto approssimativa di Colbey Ross, che lo porta ad alternare rari lampi di genio a numerose palle perse in modo anche banale: giocatore da rivalutare nelle prossime settimane. Come contraltare, a sorreggere e guidare la squadra con sicurezza e leadership, anche se con ridotta produzione offensiva, è un Michele Ruzzier che al momento ha senza dubbio in mano le chiavi del gioco: Michele soffre l’esuberanza atletica di Bowman e Harrison, ma opposto a Mascolo e Torresani torna a spiegare pallacanestro. In progresso, infine, Denzel Valentine, maggiormente coinvolto anche grazie ad un’intesa con i compagni che cresce di giorno in giorno. Dispensa sorrisi e trash talking, passaggi dietro la testa ed assist dietro la schiena, tiri da otto metri e serpentine in mezzo all’area, oltre all’inevitabile bagaglio di palle gettate ed errori banali: genio e sregolatezza, certamente la sua esuberanza andrà imbrigliata, ma al momento sembra anche il giocatore più imprevedibile dell’intero roster, un elemento capace di uscire dagli schemi esulando a suo estro dal sistema di gioco sarà un arma in più -anche se difficilmente catalogabile- per il coach.

Passo indietro, invece da parte di Jayce Johnson, opposto stavolta a lunghi atleticamente impegnativi, specialmente Paulicap. In attacco il lungo californiano si inceppa spesso e volentieri, si fa sfuggire di mano palloni elementari (anche se scivolosi modello saponetta), sbaglia facili appoggi quando viene cercato e trovato dai piccoli nel pitturato. Conquista rimbalzi in difesa ma è tagliato sistematicamente fuori in attacco, mostrando anche una certa difficoltà dal punto di vista fisico, certamente determinata anche dai notevoli carichi di lavoro sopportati in questi primi giorni di preparazione, che pesano maggiormente su strutture fisiche imponenti come la sua. Ma da qui scaturisce uno degli elementi più confortanti della serata: se Johnson si concede una partita sottotono, a sostituirlo c’è Candussi, come promesso un uomo in missione, pericoloso come sempre da fuori, ma efficace anche quando attacca il ferro. Sarà difficile vedere Francesco andare a sgomitare con i lunghi stranieri in area, difficile anche vederlo in post basso ricevere spalle a canestro e crearsi in autonomia lo spazio per la conclusione, in compenso la sua consolidata intesa con Michele Ruzzier lo rende credibilissimo terminale nel pick and roll grazie anche alla sua mano super educata. 19 i punti alla fine per il lungo triestino di adozione, di cui addirittura 15 solo nel primo tempo: una vagonata di fiducia ed autostima salgono con lui sul pullman che riporta la squadra a Trieste.

Nonostante il giorno feriale ed il caldo infernale torna grande entusiasmo attorno a questa squadra: sono centinaia i tifosi esclusi dall’evento dopo aver affrontato un traffico modello Calcutta per arrivare da Trieste a Monfalcone (non senza qualche momento di tensione), il palazzetto è stracolmo e si percepisce attesa e trepidazione, curiosità ed attaccamento alla squadra, che alla fine festeggia con gli spettatori neanche fosse una partita di campionato ed in palio ci fossero i due punti.

Nemmeno il tempo di asciugarsi il sudore ed è già tempo di semifinale del torneo di Jesolo: contro la Reyer Venezia di Juan Fernandez, indicata da tutti come la terza forza del campionato, i biancorossi dovranno ulteriormente elevare il livello sui due lati del campo. L’impegno arriva al momento giusto della preparazione e sarà un test importantissimo per saggiare la crescita della chimica di squadra e quella della metabolizzazione dei meccanismi di gioco. Il giorno dopo sarà nuovamente derby con Treviso, oppure sarà il turno di un’altra delle prossime avversarie di Trieste in Serie A, ma la rinnovata Reggio Emilia (che oggi ha perso nettamente in amichevole contro la Fortitudo Bologna). Comunque vada, intanto torniamo da Monfalcone con un’ulteriore conferma che quella che sta arrivando sarà una stagione da vivere -e godere- intensamente.

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