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2023 messo alle spalle con una vittoria, ma quanta fatica contro Verona!

La Pallacanestro Trieste si impone nel big match della giornata nel Girone Rosso, facendo leva soprattutto sull’esperienza dei suoi uomini migliori nell’ultimo quarto

PALLACANESTRO TRIESTE – TEZENIS VERONA 88-85

Pallacanestro Trieste: Bossi 5, Filloy 10, Rolli ne, Reyes 12, Deangeli 7, Ruzzier 15, Camporeale ne, Campogrande 3, Candussi 10, Vildera 6, Ferrero 0, Brooks 20. Allenatore: J. Christian. Assistenti: M. Carretto, F. Nanni, N. Schlitzer.

Tezenis Verona: Stefanelli 12, Morati ne, Gazzotti 7, Gaijc 0, Devoe III 22, Esposito 16, Murphy 13, Penna 5, Udom 10, Bartoli 0. Allenatore: A. Ramagli. Assistenti: A. Bonacina, S. Gallea.

Parziali: 23-23 / 20-25 / 20-20 / 25-17

Progressivi: 23-23 / 43-48 / 63-68 / 88-85

Arbitri: S. Nuara, A. Costa, F. Bonotto

Articolo tratto da Tsportinthecity.it a firma Francesco Freni

Partita dal rendimento ondivago per entrambe le squadre, questo scontro fra retrocesse che per entrambe costituiva una sorta di crocevia in chiave classifica. Inizio di marca biancorossa, con ottime percentuali al tiro e difesa blindata soprattutto sul perimetro, poi la mossa a sorpresa di Ramagli che aggiunge alla (prevedibile e prevista) zona una difesa aggressiva a tutto campo che porta notevole fatturato in termine di palle perse triestine. Secondo quarto nel quale l’inerzia viene riconquistata dagli uomini di Christian, che però, sul massimo vantaggio di +10, fa sedere Reyes gravato da due falli e si affida ad un inedito quintetto con due lunghi in campo: immediato contro break scaligero e corsia di sorpasso imboccata con decisione dagli ospiti che approfittano della dinamicità dirompente di Murphy ed Esposito che banchettano allegramente nel pitturato, dove Trieste non si raccapezza più concedendo a ripetizione attacchi al ferro e conclusioni ad altissima percentuale. Non che in attacco le cose vadano meglio: i biancorossi sembrano impacciati e poco pazienti, perdono la bellezza di 10 palloni, in più di un’occasione il portatore di palla si trova isolato e raddoppiato se non triplicato, spesso Trieste non arriva nemmeno al tiro, e comunque cala vistosamente le sue percentuali, con un numero di tiri liberi sbagliati che è quasi impossibile da commentare. I biancorossi rimangono a galla in entrambi i quarti grazie a canestri arrivati all’ultimo secondo (prima Vildera su tap in, poi una tripla di Ruzzier), ma il secondo tempo inizia in modalità horror sulla falsariga del caos visto nel primo tempo. Verona capisce che è il momento di affondare il colpo, raddoppia gli sforzi e l’aggressività in difesa, si affida al talento di Murphy sotto canestro e Devoe dall’arco e scava un gap di 12 punti con l’inerzia totalmente nelle sue mani ed il pubblico che inizia ad indispettirsi. Mentre Christian continua a ruotare velocemente i suoi uomini, Ramagli non può farlo fino in fondo, di conseguenza la lucidità dei suoi comincia improvvisamente a scricchiolare: i biancorossi prendono coraggio con un paio di conclusioni di Brooks, Ruzzier e Reyes, e soprattutto iniziano a difendere come assatanati, aumentando a dismisura la velocità del gioco anche perchè non hanno alternative. L’errore clamoroso di Verona, nel quarto decisivo, è accettare il cambio di ritmo, un ritmo che non è nelle sue corde e soprattutto è un suicidio quando hai solo il compito di amministrare un vantaggio importante e ti trovi contro guardie come Eli Brooks che fanno della transizione offensiva il loro territorio di caccia. Il gap viene velocemente riassorbito da Trieste, e la partita, per 6-7 minuti, si trasforma in una corrida giocata punto a punto, con nessuna delle due squadre capace di piazzare la fiammata decisiva. Ma a risolverla, quando i palloni cominciano a scottare, non possono che essere i giocatori più esperti, quelli che questo genere di finali li hanno vissuti decine di volte in carriera. Ruzzier illumina la regia, Filloy subisce fallo per due volte sul tiro da tre segnando 5 dei 6 tiri liberi che gli vengono concessi. Vildera, che torna quello nuova versione dopo la pausa a Bologna, conquista rimbalzi in attacco che valgono platino, Reyes semina il panico nel pitturato, tutti i rimbalzi in difesa sono preda di un giocatore in canottiera rossa. Verona non trova più il modo di attaccare il ferro e deve affidarsi esclusivamente a conclusioni da lontano, che entrano più grazie al talento infinito di Devoe che per il modo in cui vengono costruite, ma alla lunga anche questi tiri finiscono di entrare. I due possessi di vantaggio con i quali Trieste entra negli ultimi due minuti vengono gestiti con intelligenza senza che Verona dia mai l’impressione di poter effettivamente ribaltare ancora una volta l’inerzia ed il punteggio, con i due punti in palio rimangono (meritatamente) in Via Flavia.

E’ una vittoria nella quale Christian ottiene molto dal collettivo senza doversi necessariamente affidare al grande protagonista di turno come avvenuto in passato. Brooks, Candussi e Bossi nel primo tempo, un altalenante Deangeli (che si danna in difesa e trova un paio di conclusioni apprezzabili sebbene alternate a qualche ingenuità di troppo), Ruzzier, Filloy, ancora Brooks, Reyes ed un muscolare Vildera a rimbalzo nel secondo permettono prima di rimanere in linea di galleggiamento evitando di sbandare definitivamente nel momento di massimo sforzo scaligero, poi di ricucire in brevissimo tempo il break ed infine di gestire con pazienza ed esperienza l’esiguo vantaggio conquistato nel finale. Sono in effetti ben cinque i giocatori triestini andati in doppia cifra, ma non è solo nel bottino di punti realizzati che va analizzata questa vittoria, mai come contro Verona maturata grazie alla somma di piccoli particolari, ad esempio nell’aver saputo approfittare degli errori tecnici e di gestione della partita commessi dagli avversari. Alla fine, in sala stampa, Ramagli ne individuerà ben 9, elencandone qualcuno e facendone coloritamente intendere qualcun altro, senza chiarire se derivino da suoi errori di valutazione o da una cattiva esecuzione sul campo da parte dei suoi giocatori del piano partita, anche se tutto sommato il particolare non ha eccessiva importanza, se non quella di dimostrare come anche ad altre latitudini la conduzione tecnica è ben lungi dall’essere infallibile. 

Come contro Udine (ma con una prestazione decisamente migliore, sebbene ancora costellata da innumerevoli angoli da smussare) la squadra di Christian vince uno scontro diretto contro un’ottima squadra, ben allenata e ben allestita, pur giocando decisamente male. L’impressione è che per il momento ci si debba accontentare di questo, tenendo sempre ben presente che anche le altre “favorite” continuino a fare enorme fatica a conquistare le loro vittorie: anche nell’ultima giornata dell’anno la Fortitudo (allenatore Caja) vince di uno ad Orzinuovi con la squadra di casa che sbaglia il tiro della vittoria, Forlì (allenatore Martino) si impone di misura su Piacenza rimanendo sotto nel punteggio anche nell’ultimo quarto, Cantù (allenatore Cagnardi), nel girone Verde, perde in casa con l’Urania Milano, Torino (allenatore Ciani) perde a Vigevano. In altre parole, se Atene piange Sparta non ride, e l’impressione piuttosto netta è che in questa stagione, in questa categoria, avere il palato fine e pretendere di ottenere sempre vittorie nette, limpide, pulite, esprimendo un gioco spettacolare e ben organizzato sia una chimera da sacrificare all’utilità di ottenere sempre e comunque due punti in classifica, senza illudersi che il nome di chi siede in panchina sia necessariamente una carta vincente di per sé stesso. Superando Cento e Verona, in fin dei conti, Trieste è riuscita a sconfiggere tutte le squadre del girone tranne la Fortitudo, e pur con tutti i distinguo sul livello medio decisamente basso delle avversarie, su alcune scelte talvolta spiazzanti di coach Christian e sull’evidente imperfezione con la quale è stato costruito questo roster, è un risultato che ha un valore ben preciso. Peraltro, le dichiarazioni del GM vanno nella direzione di continuare concedere larga fiducia al coach ed alla squadra, che verrà ritoccata con qualche aggiunta solo se e quando le circostanze dovessero imporlo (cioè in caso di infortuni), e questo è segno di una visione piuttosto chiara da parte del club su dove Trieste è ora e dove vuole andare nel prossimo futuro: “che gli altri facciano le scelte che ritengono opportune, non le commento” -afferma Arcieri in sala stampa- “Noi al momento stiamo bene così”. Visione chiara, attenzione, che non è necessariamente corretta, ma siccome conti ed i bilanci si fanno sempre e comunque alla fine, è degna in questa fase di fiducia ed incoraggiamento. In una situazione come questa, però, assistere al costante linciaggio social che ormai precede e segue ogni partita indipendentemente dall’aver ottenuto una vittoria o una sconfitta, o dalla posizione in classifica, genera tanta tristezza quanto quella generata dagli spalti semivuoti esibiti per l’ennesima volta dal Palatrieste, un palazzetto che perlomeno, al bivio fra le sonore bordate di fischi nel momento peggiore dell’incontro ed il sostegno incondizionato alla squadra ha scelto il secondo, donando quel plus di energia ai biancorossi che probabilmente è uno dei fattori decisivi del recupero e della vittoria. Del resto, la A2 è la deprimente realtà nella quale ora Trieste, per colpe sue maturate nelle precedenti stagioni, si trova suo malgrado a doversi esibire: metabolizzare le imperfezioni (che ormai sono note e strutturali), gioire delle vittorie che arrivano comunque, guardare la Luna anziché il dito che la indica, in altre parole gettare il cuore oltre l’ostacolo potrebbe essere la chiave per riconquistare la serenità incrinata dell’ambiente. E magari, potrebbe essere la chiave per raggiungere, alla fine, un risultato che al momento non è ancora affatto precluso. In fin dei conti, come (forse) disse Einstein, la fisica dice che un calabrone ha le ali troppo piccole per poter volare, ma lui non lo sa e vola benissimo. E, tralasciando il pessimo gioco di parole con le ali, tutto sommato il calabrone biancorosso chiude questo disgraziato 2023 a ridosso della vetta.

Risultati

29/12/2023Apu Old Wild West UdineSella Cento82 – 61
30/12/2023Pallacanestro TriesteTezenis Verona88 – 85
30/12/2023Umana ChiusiRivieraBanca Basket Rimini65 – 81
30/12/2023Agribertocchi OrzinuoviFlats Service Fortitudo Bologna65 – 66
30/12/2023Unieuro ForlìUCC Assigeco Piacenza63 – 58
30/12/2023HDL Nardò BasketUEB Gesteco Cividale91 – 81

Classifica


PGVP
Flats Service Fortitudo Bologna281714382.4%
Unieuro Forlì281714382.4%
Apu Old Wild West Udine261713476.5%
Pallacanestro Trieste241612475.0%
Tezenis Verona221711664.7%
UCC Assigeco Piacenza18179852.9%
HDL Nardò Basket16178947.1%
Sella Cento121761135.3%
RivieraBanca Basket Rimini101751229.4%
UEB Gesteco Cividale81741323.5%
Agribertocchi Orzinuovi61731417.6%
Umana Chiusi41621412.5%

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