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Brusco risveglio al Paladozza, Caja continua ad insegnare basket

Bologna-Trieste 89-75

(Photo Credit: Sito Ufficiale Pallacanestro Trieste)

Articolo tratto da Tsportinthecity a firma Francesco Freni

Davvero troppo indemoniata questa Fortitudo per pensare di poter soccombere in casa davanti ad un pubblico spettacolare. Davvero troppo complementare dal punto di vista tecnico, per struttura e composizione del roster, a quella triestina, che in partite come queste evidenzia senza possibilità di porci rimedio i suoi difetti e la sua incompletezza. Ed infine, davvero troppo incidente (anche per giocatori dall’esperienza sterminata come quelli biancorossi) la pressione di un Paladozza che tifa a prescindere, che protesta per ogni decisione o non decisione presa dagli arbitri a prescindere, che aggredisce verbalmente giocatori e staff avversari a prescindere, che accompagna per mano la sua squadra nel momento di maggior bisogno aggiungendo un boost di energia e di fiducia che costituisce letteralmente, più che in senso figurato, il sesto uomo in campo.

La sfida al vertice del Paladozza si sviluppa su binari decisamente diversi rispetto alla debacle senza attenuanti di ottobre in Via Flavia, soprattutto dal punto di vista dell’atteggiamento della squadra di Christian: i biancorossi non si disuniscono sotto le spallate di Bologna, che prova a più riprese a fuggire nel punteggio ma lo fa a strappi per poi incepparsi in attacco grazie soprattutto alla pressione ed all’attenzione difensiva di Trieste. In tali frangenti gli ospiti ne approfittano per ricucire sornioni il gap, ma purtroppo è un rendimento dal carattere ondivago, destinato a spegnersi così come si era acceso soccombendo nuovamente alla successiva fiammata felsinea che entra come una lama calda nel burro di una concentrazione nel back court tornata a trasformarsi in svagatezza e lentezza, caratteristiche che si rivelano letali sotto le bordate di Aradori e Panni e le affondate di Freeman, Ogden e Bolpin. E comunque, le possibilità di Trieste sono legate esclusivamente alla vena da oltre l’arco, dal momento che (come prevedibile ed ampiamente previsto) il pitturato risulta totalmente off limits per i due lunghi e la batteria di “falsi lunghi” in maglia biancorossa: una vena che, esattamente come successo all’andata, si traduce nuovamente in quasi cinquanta triple tentate con solamente 14 centri, una percentuale che, se sommata ad un tiro ogni tre minuti da dentro l’area (saranno solamente 15 in 40 minuti i tentativi da due), risulta evidentemente insufficiente per provare ad arginare le onde di marea bolognesi. Se si sommano le 16 palle perse -ben 5 da un brutalizzato Justin Reyes e 4 da un Ruzzier che soffre tremendamente la pressione difensiva continua ed onnipresente degli avversari- la sconfitta è molto ben spiegata dal punto di vista statistico. 

Ma si sa, nel basket le statistiche raccontano molto ma non riescono a spiegare l’imponderabile: è proprio nella quarta frazione, con Vildera auto escluso dalla contesa per un fallo in attacco raddoppiato da un tecnico per proteste, ed un Candussi inadatto per caratteristiche fisiche a contenere i pari ruoli bolognesi (ed infatti fatto sedere da Christian quasi immediatamente anche dopo l’uscita del compagno di reparto), quando Bologna scivola sul velluto verso una comoda vittoria viaggiando costantemente in doppia cifra di vantaggio, che Trieste rimette inaspettatamente in piedi la contesa schierando un quintetto di esterni con il solo Ferrero a tentare di improvvisarsi “cinque”. Quintetto talmente illogico ed inaspettato che la panchina della Fortitudo (orfana di un Caja espulso per doppio fallo tecnico) inizia a capirci veramente poco. I biancorossi arrivano fino al -1 con l’inerzia totalmente nelle loro mani, hanno per quattro volte la possibilità di mettere la freccia, ma in una singola azione offensiva sbagliano 4 triple in pochi secondi dopo aver catturato tre rimbalzi in attacco, poi ci pensa un immenso Aradori a mettere tutti d’accordo: sua la bomba del +4 che accende letteralmente la polveriera del Paladozza, che da quel momento diventa un fattore ancora più determinante. Gli arbitri, dopo aver mandato Bologna in bonus in un paio di minuti nel quarto, iniziano a fischiare anche i sospiri, il frastuono è indescrivibile, Trieste si scioglie improvvisamente cedendo di schianto anche dal punto di vista nervoso, soccombendo soprattutto in quello che teoricamente dovrebbe essere il suo vantaggio strategico, la lunghezza del roster: con Bossi e Deangeli praticamente non impiegati nel secondo tempo, Vildera fuori e Candussi escluso per scelta tecnica della panchina, i biancorossi iniziano a mostrare visivamente la corda anche dal punto di vista fisico, calando inesorabilmente intensità difensiva e lucidità offensiva. Gli ultimi minuti sono un monologo biancoblu, con l’improvvisata quanto sempre più disperata raffica triestina da oltre l’arco che si spegne sistematicamente sul ferro. Alla fine, i 14 punti di divario sembrano una punizione anche eccessiva per la qualità della prestazione triestina, ma la vittoria della F è ineccepibile ed assolutamente meritata. 

La partita di Bologna evidenzia una volta di più in modo evidente le carenze del roster, specie se lo si vuole analizzare in prospettiva playoff con sfide dal tasso tecnico-tattico-fisico progressivamente crescente. Quando Candussi è accoppiato a lunghi verticali e dinamici mette a nudo la sua genetica lentezza sulle gambe, che in fase difensiva è esiziale. Vildera, lasciato da solo a tappare con le mani le crepe su una diga che si sfalda, è tecnicamente in progresso ma evidentemente in affanno quando deve portare sulle sue spalle la responsabilità di un intero reparto sui due lati del campo. In aggiunta, quelli che nelle previsioni della società avrebbero potuto sopperire alle lacune sotto canestro, possono farlo comodamente quando le avversarie di seconda fascia non hanno i mezzi ed i numeri per opporre resistenza, ma si dimostrano fuori ruolo e fuori contesto quando le squadre avversarie oppongono lunghi veloci, dinamici e multidimensionali come quelli di Bologna: Reyes al Paladozza è braccato inesorabilmente ogni volta che tenta incursioni al ferro, Deangeli non ha i mezzi tecnici per provarci, Ferrero deve ancora trovare la sua dimensione in questa squadra e comunque dal punto di vista fisico non ha le caratteristiche per competere con continuità nel pitturato. In altre parole, senza che ciò debba necessariamente diventare una priorità incombente, il club dovrebbe iniziare a guardarsi in giro alla ricerca di almeno un puntello in vista della fase decisiva della stagione. 

Si interrompe così la serie positiva di Trieste ed anche il suo irresistibile percorso di crescita degli ultimi due mesi, sebbene una singola partita storta in un contesto del genere possa non fare necessariamente giurisprudenza: tutto sommato, questa Fortitudo è pur sempre la squadra che ha faticato fino all’ultimo minuto per avere ragione di Chiusi ed ha vinto all’ultimo tiro con Nardò dopo aver inseguito per tutto l’incontro, anche se ritrovarsi nelle partite che contano e reagire all’assenza di Fantinelli raschiando sul fondo di un barile dal quale escono Panni, Giordano e Morgillo, è ciò che distingue una squadra vincente da una che deve ancora capire come diventare definitivamente grande. Per contro, è una sconfitta che esclude virtualmente Trieste dalla lotta per il primo posto (anche considerando il recupero ancora da disputare contro Chiusi in casa), dal momento che per conquistare la vetta, oltre che imporsi ad Udine e Forlì, i biancorossi dovrebbero vincere due partite più di Bologna nelle sei che rimangono: davvero uno scenario non facilmente pronosticabile. Intanto, prima della fine di questo cestisticamente nefasto 2023, c’è ancora da affrontare una sfida fondamentale, quella casalinga del 30 dicembre contro Verona: ai gialloblu si inizierà a pensare dopo un paio di giorni di libertà natalizia, poi partirà un finale di stagione da brivido da affrontare in apnea gettando il cuore oltre l’ostacolo.

FLATS SERVICE FORTITUDO BOLOGNA – PALLACANESTRO TRIESTE 89-75

Pallacanestro Trieste: Bossi 0, Filloy 6, Rolli ne, Reyes 18, Deangeli 0, Ruzzier 11, Campogrande 7, Candussi 7, Vildera 5, Ferrero 5, Brooks 16. Allenatore: J. Christian. Assistenti: M. Carretto, F. Nanni, N. Schlitzer.

Flats Service Fortitudo Bologna: Giordano 7, Bonfiglioli ne, Sergio 3, Aradori 27, Conti 0, Bolpin 8, Panni 9, Kuznetsov ne, Freeman 19, Ogden 14, Morgillo 2, Taflaj ne. Allenatore: A. Caja. Assistenti: M. Angori, E. Mazzalupi.

Parziali: 25-17 / 18-20 / 28-25 / 18-13

Progressivi: 25-17 / 43-37 / 71-62 / 89-75

Arbitri: G. L. Miniati, A. A. Chersicla, S. De Biase

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